Sentieri di terra percorsa e battuta
ricopron di sangue la pece annerita
e lungo le sponde di questo sentiero,
la cenere muta dal suon veritiero,
racchiude in se i volti degli stridenti,
anime piante, ferite, innocenti.
Una grande scacchiera in nero marmo
riposta, su un tavolo di legno scarno,
due empi domini da lunghi sguardi
muovono pedine prensili e mortali dardi.
Intorno al nero ostello figure di giullari
rideano nel nulla, posando sui calzari.
Anela il suo sole il vir che risente
di ogni lor mossa, su pelle cosciente.
Gli preme in cor suo il bocciolo che giace
su turpe maceria, il suo nome è Pace,
strappata dal grembo da mani imponenti
di chi per se stesso affligge le genti.
Al turpe destino rispose Giustizia
per chi in verità manovra e vizia:
"Un giorno verrà!" disse a qualcuno
"in giudizio porrò escluso nessuno.
Questo è per l’uomo chhe soffre sperando
che i domini un di scompaian piangendo".
Salvatore
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