SOFFERENTE IMPOTENZA
Mi sento
e tutto intorno a me tace di scherno,
il tempo cavalca come al solito d’impeto e fretta,
mentre il mio dolore si consuma
pensando al fatidico giorno;
che dirle? che fare? la perdo, scompaio.
Mi perdo
nel vuoto dei miei pensieri,
tutto rimbomba sui toni inesorabili dell’infamia,
egoista! codardo! ignobile! beffardo!
L’altro me si fa gioco del mio tentennare:
"Che fai? Tu che decanti l’amore nelle sue multiforme,
l’hai elevata alle più alte vette ed ora la rinneghi?
Non hai il coraggio di amarla fino in fondo
tanto da gridarlo a tutto il mondo?
Dov’è ora l’amore che a Dio ed alle sue creature
hai elevato?Vigliacco!"
Eccomi buttato per terra, tra il fango e la cenere,
mi trovo a piangere su me stesso,
desideroso di voler cambiare, incapace di farlo
rivedo la mia immagine allo specchio,
di uomo cosciente del proprio destino
incapace ahimè di un istante mutarlo.
Salvatore
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